LETTERATURA & GIORNALISMO
Almeno due cose in cui ho creduto lungo il mio cammino e continuo a credere, vorrei segnare qui. Una è la passione per una cultura globale, il rifiuto della incomunicabilità specialistica per tener viva un'immagine di cultura come un tutto unitario, di cui fa parte ogni aspetto del conoscere e del fare, e in cui i vari discorsi d'ogni specifica ricerca e produzione fanno parte di quel discorso generale che è la storia degli uomini, quale dobbiamo riuscire a padroneggiare e sviluppare in senso finalmente umano. (E la letteratura dovrebbe appunto stare in mezzo ai linguaggi diversi e tener viva la comunicazione tra essi).
(I. Calvino in La generazione degli anni difficili)

Ogni vero romanzo deve star sospeso fra la realtà e l'immaginario; avere, oltre la vicenda, un possibile significato riposto, anche rischiando (perché no?) di diventare un apologo.
(M. Cancogni, Il Mister)

Si scrive perché si sta male, non si è in sintonia con l’ambiente familiare e sociale, la cultura vigente coi suoi miti e riti ci pare una gabbia imprigionante che crea frustrazione. Certo non tutti i granelli di sabbia diventano perle, il più delle volte fanno morire l’ospite che li accoglie, ma i miracoli avvengono, e solo a partire dall’iniziale disagio.
(E. Gioanola, Letture, ottobre 2006)

[...] il tipo di critica sociale cui mi riferisco è il metodo inventato virtualmente dal grande saggista russo Vissarion Belinskij: il tipo di critica in cui di proposito si evita di tracciare troppo nettamente il confine tra vita e arte; in cui lode e biasimo, amore e odio, ammirazione e rifiuto sono liberamente espressi per le forme artistiche come per i ritratti umani dei personaggi, per le qualità personali degli autori come per il contenuto dei loro romanzi; e i criteri che entrano in gioco in queste valutazioni coincidono, per scelta deliberata o implicitamente, con quelli che ci guidano nel giudicare o nel descrivere gli esseri umani che incontriamo nella vita di ogni giorno.
( I. Berlin, "Un decennio importante" in Il riccio e la volpe)

Esiste una qualità che unisce tutti gli scrittori grandi e immortali: non servono scuole o università per tenerli in vita. Toglieteli dal programma, metteteli nella polvere della biblioteca. Sempre ci sarà un lettore occasionale che, senza esservi indotto, li libererà dall'oblio e li porterà alla luce senza chiedere alcun favore.
(E. Pound)

Per sopravvivere alle mode non c'è altra salvezza che l'isolamento e l'imperturbabilità dello spirito. Quante mode intellettuali non ho già visto sfilare davanti a me. I volgari sfruttatori di rimasugli sono sempre all'opera. Ma quelli che dominano il mercato svendendo la loro merce si riconoscono subito e man mano che passa il tempo si impantanano da soli nella loro sozzura. 
(T. Bernhard, La cantina)

Chi ha esperienza della letteratura vive indirettamente molte vite diverse, si nutre di compassione e di desiderio di giustizia, il suo giudizio di spettatore coinvolto è sensibile più di ogni altro alla complessità e all'imponderabile, alle differenze qualitative, alla difficoltà di scegliere e di essere se stessi.
(E. Raimondi, Un'etica del lettore)

La letteratura è una difesa contro le offese della vita.
(C. Pavese)

Nel XIX secolo, mentre la scienza ignorava l'individuale, il singolare, il concreto, lo storico, da parte sua la letteratura e soprattutto il romanzo da Balzac a Dostoevskij e Proust li hanno restituiti rivelando la complessità umana. Le scienze portavano avanti quella che credevano essere la loro missione: dissolvere la complessità delle apparenze per rivelare la semplicità nascosta della realtà. La letteratura si era data di fatto per missione di rivelare la complessità umana celata sotto apparenze semplici. Rivelava degli individui, soggetti, di desideri, di passioni, di sogni, di follie, coinvolti in relazioni d'amore, di rivalità, di odio, immersi nel loro ambiente sociale e professionale, che subiscono situazioni e casi, che vivono il loro destino incerto.
Tutti i capolavori della letteratura sono stati capolavori di complessità: la rivelazione della condizione umana nella singolarità di un individuo (Montaigne), la contaminazione del reale con l'immaginario (il Don Chisciotte di Cervantes), il gioco delle passioni umane (Shakespeare)
(E. Morin, La testa ben fatta)

Penso che Salinger e Updike siano di gran lunga gli artisti migliori degli ultimi anni. Il bestseller fasullo, tutto sesso, il romanzo violento e volgare, l'esposizione romanzata di problemi sociali o politici e, in generale, i romanzi in cui prevalgono su tutto il resto i dialoghi o i commenti sociologici - questa roba è rigorosamente bandita dal mio comodino. E la popolare miscela di pornografia e frottole ideologiche è qualcosa che mi fa semplicemente vomitare.
(V. Nabokov, Intransigenze)

L'autore è il lettore ideale di se medesimo.
(V. Nabokov, Intransigenze)

Tutti i romanzieri degni di questo nome scrivono romanzi psicologici, immagino.
(V. Nabokov, Intransigenze)

In linea generale il lettore non specialista, oggi come un tempo, non legge le opere per padroneggiare meglio un metodo di lettura, né per ricavarne informazioni sulla società in cui hanno visto la luce, ma per trovare in esse un significato che gli consenta di comprendere meglio l'uomo e il mondo, per scoprire una bellezza che arricchisca la sua esistenza; così facendo riesce a capire meglio sé stesso. La conoscenza della letteratura non è fine a sé stessa, ma rappresenta una delle vie maestre che conducono alla realizzazione di ciascuno.
(T. Todorov, La letteratura in pericolo)

Editoria è conoscenza degli uomini.
(G. Einaudi)

La letteratura può molto. Può tenderci la mano quando siamo profondamente depressi, condurci verso gli esseri umani che ci circondano, farci comprendere meglio il mondo e aiutarci a vivere. Non vuole essere un modo per curare lo spirito; tuttavia, come rivelazione del mondo, può anche, cammin facendo, trasformarci nel profondo.
(T. Todorov, La letteratura in pericolo)

La vera vita è la letteratura.
(M. Proust, Il tempo ritrovato in Alla ricerca del tempo perduto)

La scrittura e la letteratura sono profondamente legate a una mancanza, intorno alla quale gira tutta la nostra esistenza.
(O. Pamuk, La valigia di mio padre)

Quando voglio leggere un romanzo lo scrivo.
(B. Disraeli)

Improvvisamente  mi ero reso conto che i grandi autori del secolo precedente: i Kafka, i Joyce, i Musil, i Céline, i Gadda, pur continuando a dirci molte cose della condizione umana, avevano cessato di essere "moderni". Bisognava avventurarsi sul filo di un'altra modernità, ancora più indecifrabile e paurosa di quella che era stata affrontata dai classici del primo Novecento. Bisognava tentare, ancora una volta, di essere "assolutamente moderni": a modo nostro, e non alla maniera dei nostri maggiori. Dopo aver pensato per vent'anni (credo a ragione) che il presente non fosse raccontabile, ho voluto tornarci per vedere se era cambiato qualcosa.
(nota finale in S. Vassalli, La morte di Marx)

1 | 2 |

 | home |

| zibaldone |

Pagina aggiornata il 25.09.09
Copyright 2000-2009 Valentino Sossella