Essendo il trattamento
riabilitativo un processo educativo, gli obiettivi andrebbero fissati e
condivisi con l'utente e il suo entourage. Sin dai primi giorni di
ricovero vanno identificate le persone più vicine all'utente, proprio
in vista di una loro responsabilizzazione e coinvolgimento nel progetto
riabilitativo. L'utente, i suoi familiari o le persone che si occupano
di lui devono essere informate sull'organizzazione del reparto e delle
palestre e sulle finalità del trattamento. All'utente verrà spiegato
sin dall'inizio che il suo obiettivo generale dovrebbe essere
l'autonomia.
Dopo l'accoglimento in reparto, si procede alla visita di team,
dove medico fisiatra, fisioterapista e infermiere hanno modo di
individuare, ciascuno dalla propria prospettiva professionale, i
problemi più significativi da affrontare. Responsabilità del fisiatra
sarà quello di stendere, nei primi giorni, con la collaborazione degli
altri operatori e del paziente, un progetto riabilitativo, che
potrà essere modificato in corso di trattamento. Qualora le
disabilità non siano particolarmente gravi e l'età non avanzata,
l'obiettivo a lungo termine sarà il reinserimento della persona
assistita in famiglia e nella vita lavorativa.
Un'informazione accurata e il coinvolgimento di paziente e familiari nel
processo di cura, già nei primi giorni di degenza, promuove la fiducia,
la motivazione al trattamento, il senso di controllo sulla propria vita,
e fa diminuire l'ansia.
Periodicamente, perciò, l'utente e i familiari partecipano a riunioni durante
le quali si fa il punto della situazione e si aggiornano gli obiettivi,
fissati nel progetto ovvero nel programma riabilitativo. Alle riunioni
familiari, l'infermiere partecipa come parte integrante del team
riabilitativo interprofessionale.
Se le condizioni psicofisiche dell'assistito lo
consentono, egli inizierà da subito l'apprendimento di nuove abilità
motorie. In reparto, gli infermieri, se necessario con la consulenza del
terapista occupazionale, lo addestreranno ad essere sempre più autonomo
nelle attività della vita quotidiana (ADL).
In previsione di
soggiorni al domicilio durante il fine settimana, ritenuti importanti ai
fini del trattamento e di un graduale reinserimento del paziente nel
contesto familiare, anche i parenti verranno addestrati, in
palestra e in reparto alla corretta esecuzione di alcune tecniche
assistenziali.
Al momento della dimissione definitiva dal
reparto di riabilitazione, uno dei pericoli cui va incontro la persona
trattata è quello di perdere le abilità apprese, compromettendo il
livello di autonomia raggiunto.
Non sempre la dimissione dal reparto di riabilitazione comporta il
ritorno a casa. Spesso il paziente che non può godere del necessario
supporto familiare e con disabilità gravi, sarà trasferito in
un'altra struttura assistenziale.
Qualora faccia rientro al domicilio sarà compito dell'infermiere
fornire i necessari suggerimenti di propria competenza, relativi alle
principali attività della vita quotidiana,
che sarebbe utile il paziente emiplegico dimesso e chi, eventualmente,
se ne occupa, seguissero al rientro in famiglia:
RESPIRAZIONE-TEMPERATURA:
al fine di evitare possibili recidive, grande attenzione verrà posta
nel controllo dei fattori di rischio: la PA (pressione arteriosa)
andrà misurata periodicamente,
assicurandosi che non oltrepassi i valori considerati normali (140/90);
in caso di diabete, la glicemia andrà monitorata e mantenuta entro range
accettabili; la persona con emiplegia dovrà guardarsi dal fumo e da
un eccessivo consumo di alcool. Dovrà altresì seguire la terapia
prescritta nel caso di eventuali problemi cardiaci o di stenosi
carotidea.
MOBILIZZAZIONE:
è necessario prevenire l'instaurarsi della sindrome da immobilità,
evitando prolungate permanenze a letto. La persona emiplegica dovrà
continuare a muoversi, utilizzando la carrozzina o deambulando. Se
possibile dovrebbe continuare a praticare le tecniche di mobilizzazione
apprese.
Quando è a letto, in posizione supina, la persona con
emiplegia deve essere posizionata con un cuscino sotto l'arto superiore
plegico, così da mantenerlo in scarico; un cuscino va messo sotto
l'anca ad evitarne l'extra rotazione, mentre i piedi vanno sostenuti con
un altro cuscino a prevenire l'equinismo. A questo scopo sarà inoltre
utile posizionare un archetto sollevacoperte.
Quando la persona è sui fianchi, un cuscino sarà messo dietro la
schiena a sostenere la colonna e un altro a sostenere l'arto inferiore.
La
mobilizzazione permette di mantenere integre le funzioni muscolare e
articolare, previene il formarsi di deformità, mantiene efficiente la
circolazione.
Riguardo le tecniche relative agli spostamenti e ai
trasferimenti le raccomandazioni per la persona emiplegica e per chi lo
assiste sono:
- non esercitare trazioni sull'arto plegico;
- mettere uno spessore sotto la spalla plegica o il classico
bendaggio a 8, per mantenere l'articolazione della spalla in
posizione fisiologica;
- quando la persona è seduta in carrozzina, assicurare un piano
d'appoggio per gli arti superiori (tavola);
- quando deambula, mettersi dalla parte plegica, perché è da
questa parte che la persona con emiplegia può più facilmente
cadere;
- gli ausili, come il tripode e il bastone, vanno impugnati
dall'arto superiore sano, per aumentare la superficie di appoggio e
facilitare il cammino,
- modificare l'arredamento e l'assetto della casa, in modo da
evitare ostacoli alla marcia (es.: rimuovere i tappeti) e facilitare
gli spostamenti;
- durante i trasferimenti letto-sedia-WC chi assiste dovrà
mantenere la colonna vertebrale eretta, piegare le ginocchia e non
la schiena, tenere i propri piedi leggermente allargati e la persona
assistita vicina al proprio corpo, afferrandola a livello della
cintura.
Questo per impedire che l'assistente si leda la schiena e per
facilitare i passaggi.
IGIENE E VESTIZIONE: è importante mantenere il livello di
autonomia raggiunto nel lavarsi e nel vestirsi. È controproducente
sostituirsi alla persona nelle attività che riesce a svolgere da sola.
È probabile si rendano necessarie alcune modificazioni alla stanza da
bagno della persona con emiplegia: si dovranno fornire dei saldi punti
di appoggio, la vasca da bagno dovrà probabilmente essere modificata;
si dovranno montare delle mensole con i prodotti per l'igiene facilmente
accessibili; una sedia verrà posizionata vicino al lavandino. Ciò
garantirà la sicurezza e agevolerà le azioni necessarie alla persona
per provvedere alla propria igiene personale.
Per il vestirsi è da ricordare:
- usare indumenti ampi e facilmente indossabili. Usare chiusure di
velcro in luogo di bottoni, lacci e cerniere;
- vestirsi/svestirsi è un'attività particolarmente faticosa per
chi ha un'emiplegia; saranno perciò previste delle pause;
- l'attività risulterà più facile se la persona la compie da
seduta, oppure da sdraiata nel letto;
- prevenire il rischio di cadute.
ELIMINAZIONE: bere almeno 1,5 litri di acqua al giorno (salvo
in caso di scompenso cardiaco), per mantenere una diuresi adeguata,
prevenire le infezioni urinarie e favorire normali evacuazioni.
Per prevenire la stitichezza, a volte favorita anche dallo scarso movimento,
è utile adottare una dieta ricca di fibre.
L'uso del catetere vescicale a permanenza è da evitare, qualora
persistessero problemi di incontinenza.
Sarà meglio invece attuare un programma di condizionamento alla continenza,
accompagnando la persona in bagno tutte le volte che segnali il
proprio bisogno di mingere, o fornendole storta o padella. In caso di insuccesso
si preferirà ricorrere all'utilizzo di altri ausili urologici: condom
per gli uomini, tamponi e pannoloni per le donne.
ALIMENTAZIONE: dare indicazioni nel caso la
persona necessiti di una dieta speciale, legata ad una patologia
associata (ipertensione, diabete, ecc.). Nel caso di disfagia, seguire
anche al domicilio gli opportuni accorgimenti per scongiurare
inalazione di cibo, infezioni respiratorie, malnutrizione.
SVAGO: è bene che la persona conservi i propri interessi e
possa coltivarli. Ciò favorisce il mantenimento di un soddisfacente
equilibrio psicofisico, spesso intaccato dalla malattia.